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Al Teatro Verdi di Trieste Carl Orff Carmina Burana, direttore Giulio Prandi

Con un cast di grande eccellenza, guidato da Giulio Prandi, uno dei direttori più stimati in Europa sul repertorio antico e barocco tanto da essere ospite fisso al Concertgebouw di Amsterdam, arriva finalmente nel quattrocentesco Castello di San Giusto la sua colonna sonora ideale da sempre: quei Carmina Burana di Carl Orff che sono nell’immagin...
 |  Nik97  |  Spettacoli

Con un cast di grande eccellenza, guidato da Giulio Prandi, uno dei direttori più stimati in Europa sul repertorio antico e barocco tanto da essere ospite fisso al Concertgebouw di Amsterdam, arriva finalmente nel quattrocentesco Castello di San Giusto la sua colonna sonora ideale da sempre: quei Carmina Burana di Carl Orff che sono nell’immaginario popolare, dal teatro d’opera all’Epic Metal, la musica di un Medio Evo mitico, ridisegnato negli anni ’30 del ‘900 come simbolo di libertà, tanto da essere osteggiato dal regime nazista, e oggi sappiamo anticipatore dell’aura fantasy di cui letteratura e cinema hanno poi ammantato i secoli bui. Il controtenore Filippo Mineccia, vera star del nuovo Ba-Rock per la prima volta a Trieste, completa una serata imperdibile.

Composto in 24 brani da Orff seguendo, totalmente al buio delle indicazioni musicali allora non ancora decifrate, i componimenti poetici medievali ritrovati ad inizio ‘800 nella Bura di San Benedetto in Alta Baviera in latino, alto tedesco e provenzale antico, soprattutto grazie alla fascinazione di libertà che da questi testi spirava negli anni bui del nascente nazismo e che gli costò l’ostracismo del regime, i Carmina Burana furono subito un successo di massa e con i lavori di Tolkien degli anni ’50 in letteratura, sono di certo la punta di massima popolarità main-stream della riscoperta in chiave fantasy del Medio Evo.

Collocazione dunque perfetta ed assai suggestiva tra le austere mura del Castello di San Giusto, luogo ideale per un’opera che racconta nel testo il vero Medio Evo e nella musica la sua proiezione mimetica nel Novecento e soprattutto ottima la scelta di Giulio Prandi sul podio: vero punto di riferimento europeo per la musica antica e barocca, vincitore di innumerevoli premi internazionali con il Coro e Orchestra Ghislieri da lui costruiti in anni di meticoloso lavoro, Prandi saprà sicuramente inverare con sapienza la finzione medievale dominando l’oceanico organico, tra i più grandi del Novecento musicale, peraltro reso più articolato dalla presenza di molti strumenti raramente usati come la raganella, i cymbali, i sonagli, campane tubolari, le nacchere, il tamburo basco, tutti stratagemmi per dare alla composizione quel tono spontaneo e popolare che Orff ricercava.

La giovane soprano belcantista, rossiniana doc, con alle spalle importanti collaborazioni con il Maggio Musicale Fiorentino e produzioni di pregio con registi come Carsen, Kovsky e Pizzi, avrà al suo fianco una delle star più acclamate del Barocco, l’altrettanto giovane controtenore Filippo Mineccia, considerato uno degli artisti di punta della Barocco’s Renaissance nel mondo e per la prima volta in città. Completa il cast il trentaseienne baritono calabrese Vincenzo Nizzardo, già Malatesta nel Don Pasquale giuliano del ’22, qui al debutto nel ruolo.

Il coro del Teatro Verdi sarà affiancato dal Coro del Friuli-Venezia Giulia guidato da Anna Molaro per giungere il ragguardevole numero di 85 voci.

Parole chiave: Trieste