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Muggia, il Teatro Verdi festeggia 100 anni

Presentato il programma delle celebrazioni per i 100 anni del Teatro Verdi di Muggia e annunciati in anteprima alcuni titoli, che faranno parte della prossima stagione. Il vicesindaco Nicola Delconte, in apertura, ha ripercorso la storia della struttura sottolineando che i festeggiamenti previsti saranno un momento importante per Muggia, di cond...
 |  Nik97  |  Spettacoli

Presentato il programma delle celebrazioni per i 100 anni del Teatro Verdi di Muggia e annunciati in anteprima alcuni titoli, che faranno parte della prossima stagione. Il vicesindaco Nicola Delconte, in apertura, ha ripercorso la storia della struttura sottolineando che i festeggiamenti previsti saranno un momento importante per Muggia, di condivisione con tutti i cittadini. 

Il Teatro Cine “Verdi” di Muggia è stato fondato nel 1923 dall’imprenditore attivo nel campo delle costruzioni e futuro sindaco della città Onorato Gorlato. Rimase di proprietà della famiglia fino al 1977, anno in cui venne ceduto alla Lista Frausin, declinazione muggesana del Partito comunista italiano, che lo gestiva già dal 1945. Nel 1999 venne acquistato dal Comune di Muggia che da quel momento lo gestisce direttamente.

E in questi cento anni di vita si sono susseguiti spettacoli per grandi e piccoli, proiezioni cinematografiche, concerti, conferenze. In più, quando la platea è stata trasformata in sala da ballo, ha ospitato anche feste danzanti, veglioni, balli delle bambole.

Per celebrare il centenario il Comune di Muggia ha ideato un calendario di iniziative istituzionali abbinato ad una serie di eventi culturali nel solco di quello che il Verdi è stato nel suo primo secolo di vita e di attività ed è tuttora: un luogo di cultura, divertimento e aggregazione.

I festeggiamenti inizieranno in modo istituzionale sabato 14 ottobre, a partire dalle ore 9, con l’annullo filatelico speciale sulla cartolina disegnata appositamente da un altro centenario di successo: Aldo Bressanutti, nato nel 1923 a Latisana ma muggesano d’adozione per aver lavorato tanti anni a Muggia e per averla effigiata in dozzine di opere pittoriche e incisioni. 

Quindi sarà il momento dello scoprimento della targa del centenario e dell’inaugurazione della mostra “Teatro Cine ‘Verdi’: un secolo di vita sociale e culturale muggesana” curata dallo storico Francesco Fait. A seguire visita guidata della mostra e delle zone “segrete del Teatro”, quelle riservate agli addetti ai lavori e pertanto normalmente non visitabili.

E ancora, domenica 15 ottobre, ad onorare la circostanza che qualsiasi muggesano, almeno una volta nella vita, ha calcato le tavole del palcoscenico del “Verdi” - magari per una recita scolastica, o una premiazione, o un’esibizione bandistica o di teatro amatoriale - ci sarà l’iniziativa “I muggesani festeggiano il loro teatro”. Dalla mattina alla sera si avvicenderanno tutti quei gruppi teatrali, musicali e coreutici del territorio, formalmente costituiti in Associazioni oppure informali, ma anche semplici appassionati e praticanti di altre forme di espressione e di spettacolo che avendo voglia e piacere di esibirsi nel loro Teatro avranno presentato la loro candidatura all’Ufficio comunale cultura e sport entro il termine di domenica 17 settembre 2023.

Sarà una grande festa, che riprenderà il week end successivo, tutto dedicato al cinema, ovviamente cinema con il profumo dell’epoca e quindi cinema muto. Venerdì 20 e sabato 21 ottobre, avrà luogo un programma di proiezioni con accompagnamento musicale dal vivo, ancora da definire nei dettagli, ma che vedrà la partecipazione della Civica Orchestra di fiati Città di Muggia “Amici della musica”.

E ancora mercoledì 25 ottobre la prosa, con “Stracapirse (ovvero tu che mi hai ‘mparato a ddì)”, spettacolo brillante ambientato nel primo dopoguerra, scritto da Luciano Santin e prodotto dall’Associazione internazionale dell’operetta FVG, in cui si ride dalla prima all’ultima battuta, scelto non solo per la muggesana Marzia Postogna e per Ariella Reggio, ma anche in quanto emblema di un certo tipo di teatro che è sempre stato di casa al “Verdi”, raffinato ma godibile per tutti i palati. Ad affiancare le due attrici l’attore Valentino Pagliei e il fisarmonicista Aleksander Ipavec. Tra i problemi del neocostituito stato italiano, vi fu (e in piccola parte permane) quella disomogeneità linguistica che si manifestò anche un secolo fa, nell’Alto Adriatico, alla fine della Grande guerra. A Trieste e dintorni, oltre allo sloveno e al tedesco, circolava un dialetto diverso dall’italiano standard. Basicamente veneziano ma infarcito di termini provenienti da altri idiomi, era il frutto della funzione marittima della città. Il problema non stava nelle parole incomprensibili, quanto nei trabocchetti costituiti dai «false friend», vocaboli simili ma dal significato affatto diverso. Il notissimo verbo pomigar, ad esempio, avrebbe il suo corrispettivo fonetico ma non semantico nell’italiano pomiciare. Struccarsi, ancora oggi, qui vale stringersi, abbracciarsi, e nel resto d’Italia, invece, ripulirsi il viso dal make up, mentre l’avverbio volentieri continua a generare inutili attese e delusioni tra i visitatori ignari. Non voglio che mi copi, invece, può evocare una paura che va oltre il timore di un’imitazione, anche perché i cortei, invece che sfilare, possono rivelarsi micidiali armi bianche. La pochade Stracapirse, ambientata nella Trieste appena annessa all’Italia, racconta la storia d’amore tra Jole, una “ragazza di Trieste”, e Gennaro, un ufficialetto napoletano della Sanità. Lui, figlio di un luminare della medicina partenopea, e lei, vispa ragazza di Cittavecchia, si incontrano, si piacciono, ma si comprendono sino a un certo punto. Cercano, inutilmente, di “assestare” nel proprio contesto espressivo, termini che paiono familiari, ma generano insensatezza. La successione di gag ed equivoci dei quali entrambi sono preda, è decorata da un mélange di musiche e canzoni popolari, triestine e napoletane.

E infine un’ultima iniziativa riservata a chi si abbonerà alla stagione teatrale organizzata, per il terzo anno consecutivo, dal Comune di Muggia e dall’Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia: la borsa del centenario, impreziosita dal ricamo in filo d’oro del logo del centenario del Teatro e… ignifuga, in quanto ricavata dal vecchio sipario del teatro appena sostituito. La borsa verrà “tirata” in 200 esemplari numerati, che saranno a tutti gli effetti altrettanti pezzi unici. Un’idea per ricambiare l’affetto e la fiducia degli abbonati e segnare, nel contempo, un punto a favore dell’economia circolare.

Le iniziative del 100enario e la stagione di prosa godono del sostegno della Fondazione Benefica Kathleen Foreman Casali.

Parole chiave: Muggia