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La Trieste Early Jazz Orchestra a Bagnoli della Rosandra

La Trieste Early Jazz Orchestra, con il supporto della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, presenta il “Progetto Gershwin” dedicato al grande compositore di capolavori senza tempo come “Rhapsody In Blue” che si svilupperà su sei concerti dal titolo“Il Genio di Gershwin - da Broadway alla Rhapsody In Blue” che mettono in luce i...
 |  Francesco Tremul  |  Spettacoli

La Trieste Early Jazz Orchestra, con il supporto della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, presenta il “Progetto Gershwin” dedicato al grande compositore di capolavori senza tempo come “Rhapsody In Blue” che si svilupperà su sei concerti dal titolo“Il Genio di Gershwin - da Broadway alla Rhapsody In Blue” che mettono in luce il genio del compositore americano.

Dopo la prima data ufficiale (domenica 7 novembre a Fiume, presso la Comunità degli Italiani) si replica il 14 novembre alle ore 18:00 al Teatro Preseren di Bagnoli della Rosandra (San Dorligo-Dolina, Trieste).  L'ingresso è gratuito, ma sono gradite le prenotazioni via e-mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Le successive date si terranno a Trieste il 20 novembre in Sala Luttazzi (prevendite presso Ticketpoint Trieste https://biglietteria.ticketpoint-trieste.it) e a Gorizia il 18 febbraio 2022 al Teatro Lojze Bratuz.

George Gershwin (New York 1898 - Los Angeles 1937) rappresenta un unicum nel panorama dei compositori del tempo, in quanto seppe mirabilmente esprimersi sia nell'ambito della musica popolare che di quella colta, prendendo spunto dal jazz e dal blues. Fu autore delle musiche per moltissimi musical di Broadway, di lavori sinfonici e di un'opera lirica, “Porgy and Bess”.

“Nella prima parte del concerto – spiega il direttore artistico, M° Livio Laurenti - vengono eseguite alcune delle più belle canzoni tratti dai musical di Broadway, interpretate da Paolo Venier, crooner dalla voce suadente e di grande esperienza. La seconda parte è dedicata invece alla “Rhapsody”, nell'arrangiamento originale del 1924 riveduto dal compositore triestino Tom Hmeljak. Al pianoforte solista troviamo Giulio Scaramella, giovane pluripremiato pianista goriziano di matrice classica, dal bellissimo tocco. Dirige Petar Matosevic, giovane croato diplomato in direzione d'orchestra al conservatorio “G. Tartini” di Trieste che vanta già una notevole esperienza”.

Al concerto del 20 novembre in Sala Luttazzi parteciperà anche la KonsPop Big Band del Conservatorio “J. Fux” di Graz diretta da Karl Rossmann. La serata sarà quindi divisa in due parti: nella prima parte la TEJO diretta da Petar Matosevic eseguirà le musiche di Gershwin, mentre protagonista della seconda parte sarà la big band di Graz, che interpreterà un programma intitolato “Best of Swing Era”.  Il pubblico potrà così gustare, accanto allo stile personalissimo di Gershwin, anche quello di matrice nera di Duke Ellington, Count Basie e altri giganti.

“La versione della “Rhapsody” che presentiamo - rivela ancora Laurenti - è una vera chicca. La “Rhapsody” fu scritta da Gershwin, nel 1924, per pianoforte solista con l'accompagnamento di un secondo piano. A quell'epoca Gershwin non era ancora diventato un abile orchestratore e tale incarico fu affidato a Ferde Grofé, pianista dell'orchestra di Paul Whiteman, che eseguì la prima il 12 febbraio 1924 all'Aeolian Hall di New York con un organico jazz allargato. Nel 1940 seguì un nuovo arrangiamento per grande orchestra sinfonica che è quello che siamo usi sentire nelle sale da concerto. Ma è questo, quello del 1924, che meglio rispecchia le intenzioni di Gershwin. Si tratta quindi di un evento eccezionale, anche perché l'arrangiamento è stato rivisto dal compositore triestino Tom Hmeljak per l'organico strumentale dell'early jazz orchestra del tempo”.

La Trieste Early Jazz Orchestra fondata da Livio Laurenti nel 2010 è infatti una delle pochissime orchestre del genere oggi attive non solo in Italia, ma anche a livello internazionale, “complice – osserva Laurenti - il cambiamento delle mode, dei gusti e la maggiore vendibilità di altri generi musicali. Eppure il decennio 1925-1935 è stato uno dei più fecondi della storia del jazz, avendo pavimentato la strada per lo swing e il bop che seguirono. Riprendere queste musiche non è un'operazione museale, ma l'accensione di un faro moderno su gemme rimaste per troppo tempo nascoste e dimenticate”.

Parole chiave: Carso