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Secessione viennese, ingressi gratuiti per il 125° anniversario

Eh si, ad un certo momento bisogna dire basta e separarsi. Talvolta si arriva al punto in cui il dialogo si interrompe e non può più proseguire, perché le posizioni ed i punti di vista non sono più conciliabili. E allora bisogna dividersi, cambiare strada e avviare un percorso autonomo e indipendente. Succede nella vita privata, negli affari, ne...
 |  Redazione sport  |  Eventi

Eh si, ad un certo momento bisogna dire basta e separarsi. Talvolta si arriva al punto in cui il dialogo si interrompe e non può più proseguire, perché le posizioni ed i punti di vista non sono più conciliabili. E allora bisogna dividersi, cambiare strada e avviare un percorso autonomo e indipendente. Succede nella vita privata, negli affari, nella politica e anche nell'arte.

Le cose evolvono e cambiano di continuo, come diceva Eraclito, tutto é in Divenire. E chi non riesce ad aprirsi al nuovo spesso si arrocca su posizioni conservatrici che di primo acchito garantiscono sicurezza e conforto, mai poi in realtà spesso restano solo un effimero palliativo.

Nel 1896 a Vienna successe che un gruppo di artisti capitanati da Gustav Klimt si separarono dall'accademia e dalla Wiener Kunstlerhaus, l'associazione ufficiale degli artisti viennesi. Cercarono nuovi spazi di espressione, puntando a superare la tradizionale pittura figurativa ad olio e ricercarono una maggiore interazione tra le arti. Principali fautori di questo movimento furono Gustav Klimt, Egon Schiele, Koloman Moser, Otto Wagner, Max Fabiani (tra l'altro autore a Trieste del Narodni dom nel 1904 e della casa Bartoli in piazza della Borsa nel 1905), Joseph Maria Olbrich, Carl Moll, Josef Maria Auchentaller e Josef Hoffmann.

Qualche anno più tardi. Il gruppo andò a costruire anche la sua propria sede: l' edificio della Secessione Viennese fu realizzato a pochi passi dall'Accademia di Belle Arti nel 1898, su progetto del giovane architetto Joseph Maria Olbrich, allievo di Otto Wagner e membro stesso della Secessione. Olbrich, con il contributo di Klimt, Moser e altri, realizzò uno spazio espositivo riservato e distaccato dal contesto: ampi ed alti muri bianchi senza finestre nella facciata principale, separano lo spazio del nuovo dagli stilemi del passato. All'ingresso svetta il motto del gruppo: Ad ogni epoca la sua arte, all'arte la sua libertà” (Der Zeit ihre Kunst / der Kunst ihre Freiheit).

Le opere d'arte in esso presentate vengono illuminate principalmente dall'alto, da lucernai a soffitto. Sopra questi Olbrich colloca una sfera in foglie in forme di alloro in rame ricoperto d"oro, a marcare il nuovo tempio pagano dell'arte. La sfera diventa simbolo del nuovo indirizzo di sviluppo: ripropone l'immagine della cupola classica ma ne smaterializza il volume e la massa. Con quest'operazione toglie la funzione strutturale all'oggetto lasciandogli solo il varore artistico e segnico.

La Secessione nel 2023 festeggia il suo 125simo anniversario con una serie di eventi e mostre dedicate e offrendo l'ingresso gratuito alla sua sede nei primi mercoledì di ogni mese dell' anno. Un occasione da non perdere per ri-visitare questo tempio dell'arte e per ripensare alle necessità di secessione.

https://secession.at/

LUCA PASCHINI

corrispondente da Vienna