Trieste Estate 2025 è anche musica latino-americana con il gruppo Flores del Sur
Cumbia, bolero, festejo, landò, pachanga, vals… sono solo alcuni dei generi latino-americani che il gruppo musicale Flores del Sur eseguirà in occasione della serata concerto di giovedì 11 settembre al Giardino del Museo Sartorio di Trieste.
L’evento, supportato dal Comune di Trieste per la rassegna Trieste Estate 2025 e organizzato dall’Associazione Internazionale dell’Operetta FVG, si propone di offrire un repertorio quanto mai variegato della tradizione musicale latino-americana esplorando e rielaborando anche stili meno conosciuti. Dei veri e proprio “flores”, fiori, brani noti e meno noti inonderanno la serata con le sonorità caratteristiche del continente centro e sudamericano.
Nutrita e multietnica la formazione del gruppo con Marta Mattotti al canto e alle percussioni, Zinajda Kodrič al flauto traverso, al flauto basso, all’ottavino e alla quena, Eduardo Bedoya Ortiz al clarinetto, Juan Vladilo, che è anche voce di alcuni brani, al cuatro, alla chitarra e al pianoforte, Saverio Gaglianese al basso acustico, Peter Diaz ai bongos, alle congas, al cajón, al charango e al laud e, infine, Aljoša Jerič ai timbales, alle congas e alle percussioni.
Interpreti di grande esperienza e che provengono da ambiti disparati: dalle musiche popolari al jazz, dalla musica classica a quella contemporanea. Nel corso della serata di giovedì si diletteranno in arrangiamenti originali frutto di un appassionato percorso di ricerca, in particolare nel repertorio musicale caratteristico di Venezuela, Perù, Cuba e Colombia, concedendo ampi spazi all’improvvisazione.
Formazione e brani, quindi, all’insegna dell’incontro e della commistione, da cui non possono che sbocciare sonorità appassionate e coinvolgenti.
Nelle parole di uno dei fondatori del gruppo, nonché musicista e arrangiatore dell’ensemble, Juan Vladilo:
“Il concerto offrirà una rara occasione per viaggiare nel tempo e nello spazio lungo un percorso che attraversa il magico mondo musicale latino-americano, germinato dalla fusione tra diverse culture europee, africane e autoctone”.
Per ulteriori informazioni:
Martina D’Adamo
