Che succede in Medio Oriente?
Mentre l'attenzione è focalizzata sugli avvenimenti in Ucraina è passato sotto tono l'annuncio di un incontro tra i Ministri degli Esteri di Arabia Saudita e Iran organizzato dalla Cina che dovrebbe portare alla riapertura delle ambasciate dei due Stati nei rispettivi Paesi. Se si pensa che fino a ieri i rapporti tra Iran ed Arabia erano a dir poco tesi l’iniziativa della diplomazia cinese appare di grande portata.
Il riavvicinamento tra le due potenze mediorientali che rappresentano rispettivamente le due grandi correnti islamiche, i sunniti e gli sciiti, potrebbe davvero rappresentare un ribaltamento notevole negli equilibri di tutta la Regione e mettere in discussione gli “Accordi di Abramo” firmati da Emirati Arabi, Bahrein, Sudan e Marocco con Israele solo un anno e mezzo fa.
Oltre alla possibile distensione nelle reciproche relazioni, il riavvicinamento potrebbe rivelarsi interessante nella soluzione dei conflitti diretti o sommersi che affliggono quell’area.
Pare che alcuni passi siano già stati intrapresi tra le parti in guerra nello Yemen dove Sauditi e Houthi (appoggiati da Teheran), che da anni si stanno massacrando, hanno iniziato a dialogare. La guerra in Siria, dove L’Iran è direttamente coinvolto con le sue milizie in appoggio al governo di Assad mentre i sauditi sono tra i principali sponsor dei “ribelli”, potrebbe arrivare al termine, Isis permettendo. Il Libano stesso, in crisi a causa delle lotte intestine (Hezbollah da una parte e Fronte 8 Marzo dall’altra), potrebbe recuperare un equilibrio da decenni compromesso.
La Turchia da parte sua è interessata all'evoluzione dei rapporti tra Iran ed Arabia Saudita ed attenta a non essere tagliata fuori da potenziali evoluzioni dell’area in cui ha pretese di potenza regionale.