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1.500 ettari di foresta in fiamme

C'è sempre una vittima in ogni guerra di cui si parla poco, è l'ambiente. Kiev ha lanciato un allarme per gli incendi boschivi provocati dagli attacchi russi nella regione di Kherson dove, secondo le autorità ucraine, le fiamme avrebbero inghiottito 1587 ettari di foresta. Sempre secondo Kiev le truppe russe continuano a bombardare da Kherson l...
 |  Francesco Tremul  |  Geopolitica

C'è sempre una vittima in ogni guerra di cui si parla poco, è l'ambiente.

Kiev ha lanciato un allarme per gli incendi boschivi provocati dagli attacchi russi nella regione di Kherson dove, secondo le autorità ucraine, le fiamme avrebbero inghiottito 1587 ettari di foresta. Sempre secondo Kiev le truppe russe continuano a bombardare da Kherson le regioni vicine diffondendo gli incendi.

Ma non è che le esplosioni provocate dagli ucraini abbiano effetti diversi sulla natura da quelle dei russi.

Le conseguenze ambientali della guerra russo-ucraina le pagheremo per molto tempo: il danno alla biodiversità e alle foreste ucraine è immenso e forse irreparabile.

Le foreste sono sottoposte anche ad un incontrollato aumento del taglio di legname: illegale e strategico da parte delle forze d’occupazione che ne fanno uso per i propri scopi e per sottrarre risorse di sopravvivenza alle popolazioni locali, ma anche di sussistenza per i sopravvissuti dei territori occupati. A questo si accompagnano gli incendi provocati dagli scontri. Domare gli incendi risulta impossibile in un paese in guerra anche perchè i Vigili del Fuoco sono diventati obiettivi da colpire. Animali e aree verdi sono dunque in pericolo, nessuno può occuparsene in maniera efficace.

Agli effetti puramente ambientali si aggiungono ulteriori conseguenze di cui il conflitto è indirettamente responsabile: la scarsità di cereali e concimi a livello globale. L’incertezza ha provocato un innalzamento del rischio alimentare per molte popolazioni, si parla di 20 milioni di persone in Africa che rischiano la morte per fame. Se molti Stati europei, esattamente come per l'energia, per far fronte alla crisi cerealicola scatenata dal conflitto stanno puntando alla produzione intensiva dei cereali per soddisfare la domanda alimentare interna e per rendere così l’Europa indipendente dalle importazioni in futuro, non è così per altre zone dove questo non è possibile, come nell'Africa, endemicamente alle prese con la mancanza di acqua e la desertificazione che avanza.

L’ONU ha istituito nel 2001 il 6 novembre come Giornata Internazionale per prevenire lo sfruttamento dell’ambiente durante i conflitti armati, un'iniziativa al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema.

Inquinamento idrico ed atmosferico, residui tossici, devastazione dei campi coltivati e delle aree forestali, mine ed ordigni inesplosi che rendono difficilmente coltivabili intere porzioni di territorio. Anche l'ambiente ci dice che la guerra è follia.