Attenti ai Balcani!
I Balcani occidentali rimangono una polveriera che le scintille della guerra in Ucraina potrebbero incendiare.
Che l'escalation ucraina rischi di innescare un effetto domino nei Balcani è una realtà all'attenzione degli osservatori.
Il Presidente del Kosovo Vjosa Osmani ha espresso il timore che il Presidente serbo Vucic possa essere tentato dall’emulare il novello Zar per promuovere una "operazione militare speciale" nel Kosovo indipendente. Belgrado sulla guerra in Ucraina è ambigua: da una parte ha votato a favore della risoluzione ONU di condanna alla Russia ed ha dato disponibilità ad accogliere i rifugiati ucraini ma dall'altra ha deciso di non adottare sanzioni contro Mosca. Belgrado non ha mai riconosciuto ufficialmente il Kosovo, anzi rivendica quei territori come propri.
Una disputa che non trova sbocchi diplomatici, da anni bloccata dai veti incrociati ed ostacolo al percorso di integrazione della Serbia nell’Unione Europea.
Adesso l'alta tensione fra UE e Russia complicherà ulteriormente la volontà di adesione della Serbia all'Unione Europea?
La situazione è resa ancora più complicata dalle elezioni presidenziali e parlamentari previste in Serbia il prossimo 3 aprile: Vucic cerca una riconferma che sulla carta appare scontata ma che la crisi ucraina potrebbe influenzare nelle percentuali. Il Presidente serbo ha cercato di giustificare il proprio voto di condanna all’invasione russa in Ucraina configurandola in un contesto di violazione “dell’integrità territoriale” del paese. Quindi una questione da legare alle proprie rivendicazioni territoriali sul Kosovo per affermare attraverso la difesa dell'integrità dell'Ucraina il diritto territoriale serbo.
Il Kosovo a questo punto teme che la Serbia voglia ottenere nei Balcani occidentali quello che la Russia di Putin vuole in Ucraina: perciò ha chiesto di entrare subito nella NATO, che in realtà è già presente nel Paese con un contingente di “pace” di oltre tremila uomini.
Un ginepraio da non sottovalutare, del resto proprio attraverso le sottovalutazioni delle cancellerie europee si è arrivati alla crisi ucraina.
Ancora nessuna risposta è arrivata dalla NATO, mentre a favore, guarda caso, si sono subito dette la Croazia e la Turchia di Erdogan.