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Antimafia, 3000 imprese a rischio

Poco meno di tremila imprese del Friuli Venezia Giulia si trovano in uno stato di sofferenza finanziaria e sono state segnalate come insolventi alla centrale dei rischi della Banca d'Italia. Una situazione che rischia di farle scivolare tra le braccia degli usurai. Lo si legge nella relazione annuale dell'Osservatorio regionale antimafia che è ...
 |  Francesco Tremul  |  Cronaca

Poco meno di tremila imprese del Friuli Venezia Giulia si trovano in uno stato di sofferenza finanziaria e sono state segnalate come insolventi alla centrale dei rischi della Banca d'Italia. Una situazione che rischia di farle scivolare tra le braccia degli usurai.

Lo si legge nella relazione annuale dell'Osservatorio regionale antimafia che è stata approvata dall'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale.

Il testo realizzato dall'Osservatorio traccia un quadro generale della situazione in una regione dove si fa avanti "la strategia mafiosa di espansione economica spesso silenziosa, sotto traccia", che punta "all'accaparramento di interi settori dell'economia legale, grazie all'enorme liquidità garantita dai traffici illeciti, assai numerosi in Friuli Venezia Giulia come è emerso dalle numerose operazioni condotte dalle forze di polizia".

L'infiltrazione della criminalità organizzata è ancor più pericolosa oggi, quando "la carenza di liquidità che famiglie e imprese stanno patendo a causa della grave congiuntura economica fa crescere sempre più il rischio serio e concreto di essere vittime della criminalità attraverso l'odiosa pratica dell'usura". Per questo motivo è necessario "cogliere in anticipo qualsiasi segnale di rischio. Rendere i cittadini e gli imprenditori informati su questi meccanismi perversi è uno dei più qualificanti impegni dell'Osservatorio, attraverso i suoi numerosi contatti sul territorio".

Quanto ai settori economici più appetiti dalla criminalità organizzata, l'Osservatorio segnala "il traffico illecito di prodotti petroliferi, in particolare dalla Croazia e dalla Slovenia attraverso il territorio" e ricorda che "il Prefetto di Trieste ha richiamato alla memoria come lo scalo giuliano sia già stato scenario di tentativi di infiltrazione da parte della criminalità organizzata nella commercializzazione dei derivati del petrolio". Anche il mercato del contrabbando di tabacco vede "la regione al primo posto in Italia, trascinata da Trieste (al primo posto) e da Udine (al settimo posto)".

La relazione fa anche il punto sui beni sequestrati alle mafie. Si tratta di 22 proprietà attualmente in gestione da parte dell'Agenzia nazionale (di cui tre a Trieste ed una a Sgonico), di 38 beni già consegnati ad un destinatario (di cui nove a Trieste e tre a Duino Aurisina) e di tre aziende confiscate in gestione all'Agenzia (di cui una a Monfalcone).

Nell'intensa attività di monitoraggio e sensibilizzazione svolta dall'Osservatorio va segnalata l'importante iniziativa dei tirocini curricolari rivolti agli studenti universitari degli atenei di Udine e Trieste che con l'aiuto dei tutor ha consentito una vera e propria full immersion con attività di analisi, studio e ricerca sul fenomeno della criminalità organizzata, anche grazie a numerosi incontri formativi nel corso dell'anno.

Parole chiave: Trieste, Monfalcone, Carso