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Intervento del Sindaco al convegno "1938-45. La persecuzione degli Ebrei in Italia e a Trieste"

“Quella della memoria è una luce che noi vogliamo e dobbiamo tenere sempre accesa, operando per il bene, per la democrazia, per la libertà e per la pace, per estirpare e cancellare quell’odio che uccide ogni umanità, per costruire responsabilmente e con dignità una società che sia sempre più amica, sensibile, solidale e sopra...
 |  Redazione de Il Meridiano  |  Attualità

“Quella della memoria è una luce che noi vogliamo e dobbiamo tenere sempre accesa, operando per il bene, per la democrazia, per la libertà e per la pace, per estirpare e cancellare quell’odio che uccide ogni umanità, per costruire responsabilmente e con dignità una società che sia sempre più amica, sensibile, solidale e soprattutto più giusta. E’ questo il mio e il nostro impegno. E’ questa la missione da compiere, per dare fiducia, speranza e opportunità di crescita e benessere a quelle nuove generazioni chiamate a scegliere e a vivere un domani migliore”.

Lo ha detto il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza intervenendo al convegno in prefettura “1938-1945. La persecuzione degli Ebrei in Italia e a Trieste. Documenti per una Storia”che ha visto anche la partecipazione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, del commissario di governo e prefetto Pietro Signoriello, del presidente della giunta regionale del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga con le autorità locali e i vertici della Comunità ebraica.

Nel suo intervento il sindaco Dipiazza ha evidenziato come “Trieste è città simbolo e cara da sempre al cuore dell’Italia anche perché più di altri luoghi ha vissuto e patito i drammi e le profonde ferite del Novecento. In questi vent’anni da sindaco, mi sono sempre impegnato e speso a favore di quell’importante ed essenziale processo di pacificazione, collaborazione e comune impegno per unire le diverse anime e sensibilità di questa nostra città, per cercare quel virtuoso percorso di crescita economica e ideale che si fonda sul rispetto dei valori democratici di libertà e giustizia”.

“Ho sempre cercato di operare per unire -ha detto ancora Dipiazza - per coinvolgere, per perseguire quel bene comune che, riconoscendo la verità dei fatti e della storia, è essenziale e decisivo per garantire il presente e il futuro delle nuove generazioni e di tutti noi, uomini e donne che, con le rughe della nostra umanità vissuta, abbiamo il dovere e l’obbligo di costruire una società migliore, partendo dai piccoli o grandi gesti di ognuno. Con la Comunità ebraica abbiamo avviato un intenso e virtuoso percorso di collaborazione nel ricordo della memoria e nel doveroso rispetto delle vittime, così come molte altre sono state le iniziative messe in campo in questo processo di pacificazione, verità e giustizia, caratterizzate anche dall’aver voluto far tradurre in sloveno, per la prima volta nella storia della città, il discorso del sindaco in Risiera, l’aver voluto che tutti i sindaci del territorio, insieme, rendessero omaggio a tutti i caduti nei diversi luoghi della memoria”.

Questo virtuoso cammino - ha evidenziato il sindaco - ha visto il suo apice nello storico concerto “Le Vie della Pace”, con i tre presidenti di Italia, Slovenia e Croazia, Giorgio Napolitano, Danilo Türk e Ivo Josipović, svoltosi il 13 luglio del 2010 in piazza Unita’ d’Italia. quell’evento è stato suggellato poi dalla visita dei presidenti della repubblica italiana Sergio Mattarella e della repubblica slovena Borut Pahor che, il 13 luglio 2020, si sono recati mano nella mano nei luoghi simbolo delle tragedie di queste terre”.“Questi gesti e queste scelte - ha ribadito il sindaco Dipiazza - sono l’emblema di come bisogna saper guardare al futuro per crescere in responsabilità, impegno e generoso slancio comune, superando torti e ferite, per raggiungere obiettivi e valori più alti”.

Parole chiave: Primo piano, Trieste