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La cooperazione transfrontaliera corre sull'acqua: Trieste e Koper uniscono gli acquedotti!

 |  Emme Zeta  |  Commento del giorno

Davvero una bella notizia ed un concreto esempio di quanto di buono può nascere sul confine italo-sloveno tra due realtà contermini che provano ad affrontare insieme uno dei tanti effetti del cambiamento climatico.

Di cosa stiamo parlando? Della recente notizia apparsa sui media in merito alla sottoscrizione di un puntuale accordo intervenuto tra la “nostra” AcegasApsAmga e la Rizanski vodovod, ovvero l’omologa società che gestisce i servizi idrici al di là del confine nei Comuni di Capodistria, Pirano, Ancarano e Isola. Che cosa prevede quest’accordo? In buona sostanza,  l’obiettivo perseguito è quello di assicurare la continuità dell’erogazione dell’acqua nell’intera area servita, anche a fronte di eventuali eventi meteo critici. Ogni riferimento alla tremenda siccità dell’estate scorsa (col suo seguito di incendi carsolini) non è puramente casuale. E come si pensa di ottenere lo scopo? Cerco di farla semplice, per quanto ho potuto capire. In buona sostanza, si andranno a realizzare alcuni nodi collegamento tra le due reti idriche di rifornimento, il primo dei quali sarà localizzato nel serbatoio “Castelliere”, in località Santa Barbara in comune di Muggia. Qui, grazie e ad un intervento di bonifica delle condotte e alla installazione di nuove valvole di manovra, è stato posizionato un misuratore di portata bidirezionale che permetterà di attuare lo scambio idrico, misurando la quantità d’acqua presente nelle condotte.  Dal punto di interscambio si dipana una condotta di 20 centimetri di diametro che percorrendo 800 metri (250 in Italia e 550 in Slovenia), si collega all’acquedotto di Elerji, in comune di Koper. In sostanza, sulla base delle necessità (leggasi delle carenze d’acqua rilevate), si potrà aprire “il rubinetto” verso la rete slovena o, viceversa, verso quella italiana. Un’ottima soluzione a fronte di un problema aggravatosi nelle ultime estati e che può contare su una portata d’acqua che, grazie al diametro della nuova condotta, potrà passare da sei a 15 litri al secondo, con una immediata mitigazione della carenza d’acqua nelle zone interessate. Ma il progetto non si ferma qui. Infatti, vi è la comune volontà di entrambe le aziende coinvolte di realizzare altri punti di interconnessione, in particolare tra Rabuiese e Skofjie con l’obiettivo di assicurare all’area una portata d’acqua di 150 litri al secondo.  In definitiva, un gran bell’esempio di cooperazione transfrontaliera a totale beneficio delle popolazioni del territorio, a dimostrazione che, se è vero che non tutti i problemi vengono per nuocere, è altrettanto vero che affrontando insieme i problemi si finisce, in parecchi casi, per creare nuove opportunità di sviluppo per tutti.

Ragionamenti simili andrebbero fatti anche in altri campi, da tempo sofferenti, che riguardano l’area di confine italo-slovena. Tanto per parlare di temi che conosciamo un po’ meglio, ogni riferimento al settore dei trasporti è decisamente voluto.  Se per quanto concerne il trasporto pubblico e privato su gomma la situazione è (abbastanza) buona (tranne incidenti e lavori in corso che provocano immediati congestionamenti), decisamente carenti, per non dire assenti, sono i collegamenti pubblici via ferro e via mare. Via ferrovia, come noto, l’unica arteria oggi percorribile da Trieste centrale a Koper contempla un bel giro “panoramico” da Trieste a Bivio d’Aurina, con prosecuzione a Villa Opicina/Sesana, Divaccia  e poi discesa a Koper: tempi di percorrenza assolutamente non competitivi con la strada e tali da rendere non appetibile il servizio. Quanto al mare, a oggi non c’è alcun collegamento diretto tra Trieste e Koper né annuale, né stagionale. Come mai? Posto che, sulla base di numerose analisi di traffico, la domanda c’è le soluzioni possibili esistono e sono state già ampiamente studiate.  Quanto alla ferrovia, esiste un oramai datato studio di fattibilità per connettere la valle delle Noghere con Koper  per un tracciato complessivo (se non andiamo errati) di soli sei chilometri e costi di qualche decina di milioni euro (infinitesimali rispetto ad altri e ben più corposi investimenti!). E, allora, perché non si è proceduto?  Soprattutto perché il governo di Lubiana non ne ha mai  voluto sapere di quest’opera puntando tutte le proprie fishes ferroviarie solo sul raddoppio della Koper-Divaccia (opera di oramai prossima realizzazione): forse è il momento buono per riaprire, nei vari tavoli istituzionali, il ragionamento e vedere l’effetto che fa. Quanto al mare, certo, trattandosi, di un trasporto “transfrontaliero”, vi è la necessità di un naviglio con particolari caratteristiche ma anche in questo caso se ne può e se ne deve discutere nei vari tavoli istituzionali italo-sloveni (a partire da quello  Fvg-Slovenia) per cercare e trovare le soluzioni più idonee. Si respira aria nuova da entrambi i lati dell’(ex) confine: approfittiamone e vediamo se, passo dopo passo, riusciamo ad estendere i recenti accordi sull’acqua anche ad altri campi, come quello della mobilità sostenibile. Sarebbe proprio un bel risultato, di cui andare davvero fieri!