Giunta comunale sorda ai sondaggi, Zinnanti: "I giovani sono informati e non le mandano a dire"
| Redazione sport | Commento del giorno

GIOVANI E TRIESTE: SI PUO' FARE DI PIU' !
Spesso bistrattati, appellati di scarso impegno (politico e non solo), "schizzinosi" nella scelta del lavoro (ovvero "choosy", secondo la celebre definizione data dall'allora ministro del Lavoro Elsa Fornero). Stiamo parlando dei giovani d'oggi che costituirebbero una generazione "persa", poco motivata a costruirsi un futuro stabile per sé e per le generazioni a venire.
Ma è proprio vero che le cose stanno così? Dal nostro piccolo microcosmo giuliano proveremo a smontare la vulgata corrente, restituendo un'immagine più veritiera di ciò che pensano, fanno e progettano i giovani della nostra città. Diciamo subito che tratteremo, sinteticamente, argomenti tra loro apparentemente slegati ma che tutti compongono un puzzle che potrebbe servire da guida per dare alcuni utili spunti a chi intendesse, davvero, impegnarsi per dare un futuro alla nostra città.
NIDI IN CITTA' : 1150 DOMANDE, 506 RICHIESTE ACCOLTE !
L'argomento è di quelli caldi in città. Nell'epoca in cui si parla, oramai da anni, di inverno demografico e di crollo delle nascite, qual è la risposta delle istituzioni a quelle giovani coppie che, nonostante tutto, decidono di mettere al mondo un figlio nell'accogliente Trieste? Ebbene, i numeri parlano chiaro: a fronte di 1151 domande, gli asili nido comunali sono in grado di accogliere 506 bambini pari al 43,96 % del totale. Non si tratta di una novità assoluta, ma di un trend che, pur a fronte del conclamato calo delle nascite, non riesce mai ad arrivare nemmeno al 50 % della richiesta, tanto da costringere le coppie più avvedute a "prenotare" un posto al nido anche se il bimbo non è ancora nato! E il Comune che fa in tutto questo? As usual, balbetta nelle parole, davvero impalpabili, dell'assessore competente De Blasio: "siamo consapevoli che una parte delle domande non trova accoglimento, ma è importante ricordare che a Trieste la situazione è migliore rispetto ad altre città. In ogni caso, la nostra volontà è quella di ampliare il numero di posti a disposizione nella fascia che riguarda i nidi". Il riferimento, neppure tanto velato, è ai 66 posti del nuovo nido di Roiano che, pronto da un anno, è ancora chiuso causa la nota (e sacrosanta) polemica consiliare sulla proposta di delibera per l'affidamento a privati della sua gestione e della correlata e delicata funzione di accudire i nostri pargoletti. E nel frattempo che succede? Nulla, ovvero, in mancanza di valide alternative pubbliche, necessario ricorso da parte delle coppie in cui entrambi i genitori lavorano a nonni (se disponibili), a baby sitter o a costose strutture private. Conclusioni: meno slogan a favore delle famiglie e più fatti, a partire da un incremento consistente delle strutture di accoglimento per la prima infanzia perché magari le nostre giovani coppie che coraggiosamente hanno casa, lavoro e vorrebbero incrementare la famiglia restano bloccate nelle loro scelte di crescita familiare proprio per la mancanza di fondamentali strutture di supporto quali gli asili nido.
WORK & STUDY: DALL'UNIVERSITA' UN SEGNALE INCORAGGIANTE
La notizia è di qualche mese fa, ma è passata quasi sotto silenzio pur aprendo un ampio squarcio di luce sulla diffusa convinzione che i nostri, coccolati, universitari non avessero alcuna volontà di impegnarsi in attività lavorative durante il percorso di studio. Non è proprio così. Infatti, sono letteralmente "piovute" ben 200 adesioni alla recente manifestazione di interesse pubblicata dall'Università di Trieste, in collaborazione con Adecco (Ndr: nota Agenzia per il lavoro) e patrocinata da Fipe Trieste, per la ricerca di studenti interessati a trovare lavori occasionali che consentano di realizzare qualche guadagno (utile ad alleviare l'onere a carico dei genitori), ma senza compromettere la carriera universitaria. Proprio a questo mira il progetto Work & Study che ha ottenuto una risposta davvero notevole e che va alla ricerca di studenti-lavoratori, in contratto di somministrazione, per un impegno che può andare dalle 5 ad un massimo di 15 ore settimanali, prevalentemente nei weekend e nelle fasce serali, garantendo flessibilità e compatibilità con gli impegni universitari. Naturalmente, c'è un altro aspetto positivo che non va sottaciuto di questa iniziativa, ovvero quello di far emergere quei tanti studenti-lavoratori "in nero" che già oggi prestanno la loro opera, ma senza quelle garanzie e quelle tutele che solo un contratto di lavoro formale può assicurare. I profili più richiesti riguardano il settore dei servizi, in particolare addetti alla ristorazione, receptionist e hostess di eventi, ovvero proprio quelle figure professionali che i datori di lavoro non trovano facilmente sul mercato in un momento di forte espansione turistica della città. Adecco sottolinea che si tratta di un'iniziativa che si pone un duplice obiettivo "sostenere economicamente gli studenti e permettere loro di sviluppare competenze pratiche". Attualmente sono 200 le aziende coinvolte nel comune di Trieste, soprattutto bar, ristoranti e pasticcerie. Visto Il grande successo di questo primo progetto, vi è la volontà di coinvolgere anche Federalberghi, senza dimenticare che le persone coinvolte sono studenti universitari e senza penalizzare la loro carriera. Non vengono richieste particolari competenze tecniche, ma si valuta soprattutto disponibilità e motivazione. Prima di iniziare a lavorare, lo studente riceve una formazione in sicurezza generale e sui sistemi di controllo alimentare, elementi che costituiscono un valore aggiunto per il suo curriculum. In tutto questo resta rilevante il ruolo dell'Università che garantisce la priorità dello studio universitario sul lavoro, con la puntuale definizione di contratti di lavoro che sono stati pensati per non interferire nel percorso accademico, assicurando ferie, permessi e la massima attenzione agli esami. Insomma, un progetto ben congegnato che, come detto, ha subito suscitato l'interesse di 200 studenti interessati a mettersi in gioco uscendo dalla propria "comfort zone", con un primo inserimento, guidato e vigilato, nel mondo del lavoro.
Entusiastico il commento di Michele Tritta, responsabile dell'orientamento universitario:"riceviamo continuamente richieste di lavori occasionali. Gli studenti cercano opportunità di guadagno senza compromettere il percorso accademico". Questo progetto risponde alla richiesta e lo fa offrendo una serie di garanzie allo studente-lavoratore. "Verificheremo periodicamente - continua Tritta - quanti studenti supereranno le selezioni e quanti effettivamente lavoreranno. L'obiettivo è costruire un modello replicabile, la dimostrazione che studio e lavoro possono camminare assieme". Dunque, ottime premesse per un progetto che guardiamo con grande interesse e che vede i primi 14 studenti già al lavoro nei bar e nei ristoranti della città: il mito dello studente scansafatiche non regge proprio! E di un tanto costituisce autorevole conferma il dato che esce da una recente indagine di AlmaLaurea riferito all'Università di Trieste nell'anno 2023.
Sorpresa: ben il 59,9% dei laureati ha avuto esperienze lavorative e di questi il 33,9% ha svolto lavori occasionali, stagionali e saltuari, contro il 33,2% della media nazionale.Come a dire, tanto per essere chiari, che i nostri ragazzi all'Università studiano e lavorano di più dei loro colleghi in giro per l'Italia: alla faccia del mito dello studente universitario svogliato ed amante della bella vita!
E LA POLITICA DOVE LA METTIAMO?
Altro mito da smitizzare. I nostri ragazzi, oltre ad essere scansafatiche, sarebbero anche totalmente menefreghisti nei confronti della politica sia in senso generale che su temi particolari che riguardano la città. Nulla di più falso. Se anche nella recente (e fallimentare) esperienza referendaria, autorevoli studiosi della materia hanno evidenziato come la fascia di età giovanile sia stata tra quelle che più ha partecipato al voto (assieme a quella più anziana), mentre è totalmente mancata quella mediana, qualcosa vorrà pur dire. Infatti, sono tanti i sintomi di un rinnovato interesse dei giovani per la politica: dalla partecipazione numerosa a manifestazioni di piazza sui grandi temi come quello della pace, all'impegno sui temi ambientali. Tutti dati di fatto che fanno ritenere superata quella diffusa immagine di una gioventù totalmente presa dall'obiettivo di realizzazione personale, da non contemplare nessun altro interesse all'infuori di questo. La percezione precisa è quella che se i giovani vengono coinvolti ed interessati su questioni concrete e che li toccano direttamente, poi rispondono e sono pure disposti ad impegnarsi in prima persona. Un esempio? Un autorevole esempio ce lo dà, ancora una volta, la nostra piccola Trieste. Secondo quanto pubblicato dal quotidiano locale circa gli esiti del recente sondaggio sull'ovovia, i giovani interpellati hanno risposto in maniera chiara e decisa ai quesiti posti. Ben il 91 % ha risposto di essere al corrente dell'iniziativa proposta dal Comune dimostrando quindi di conoscere l'argomento e di essere aggiornato sui suoi sviluppi. Alla domanda cruciale in merito agli effetti della cabinovia per la città: ben l'82 % ritiene che detto progetto avrà un effetto per nulla positivo o poco positivo. Percentuali quasi analoghe sull'altro rilevante quesito relativo alla funzione e alla sostenibilità della cabinovia. Anche in questo caso ben l'80 % dei giovani intervistati ha risposto di non vedere alcuna funzione né sostenibilità di quest'opera.
In definitiva, il giudizio a livello giovanile è ancora più netto e chiaro rispetto al dato complessivo del sondaggio promosso dal quotidiano locale. Il che dimostra, ancora una volta, che anche i giovani triestini, al contrario di quanto si credeva sino a qualche anno fa, sono ben informati sui temi caldi del futuro cittadino e non le mandano certo a dire al Sindaco e alla sua Giunta che, totalmente sordi a sondaggi e critiche, paiono tuttora intenzionati a proseguire in questo inutile, impattante ed insostenibile progetto.
Mauro Zinnanti
Parole chiave: Primo piano, Trieste