Il popolo dei Topolini raccontato dal bagnino abruzzese, Zinnanti: "Grazie Luigi Orsini, un'ora di sincera e salutare allegria"
| Redazione sport | Commento del giorno
Fino all'altra sera non conoscevo Luigi Orsini, abruzzese doc, chiamato qualche anno fa a prestare la sua preziosa opera di bagnino ai Topolini, Barcola, Trieste. L'ho conosciuto al Miela, grazie a quel piccolo gioiello di comicità (grandemente apprezzato dal pubblico triestino) in cui ha saputo descrivere e rappresentare, quale one man show, una stagione ai Topolini, cogliendo con acutezza, spirito di osservazione e sincera empatia le caratteristiche più vivaci e singolari di quel vero e proprio "popolo" che dalla tarda primavera alla tarda estate (e non solo) "popola" i nostri amatissimi stabilimenti balneari sulla riviera di Barcola.
Lui da abruzzese doc si è trovato catapultato in una realtà che non conosceva e a fronteggiare persone e termini di cui, quantomeno nelle prime giornate di lavoro, ignorava l'esistenza ed il significato.
Il primo impatto l'ha avuto alla riunione di coordinamento tra i bagnini: sembrava una cosa seria, ma alla fin fine gli è stato solo chiesto di "firmare" il contratto e punto. La mattina presto (seguendo il ricordo dei consigli materni di muoversi per non far tardi!) il nostro bagnino si ritrova sballottato nella "sei" in mezzo ad un popolo accaldato, piuttosto anziano e brontolante: "ma perché l'azienda non fa ancora partir la 36? Occorri proprio star tutti fracai come in un carro bestiame?" Più tardi il bagnino si farà spiegare l'arcano della linea estiva di rinforzo nella tratta Trieste-Barcola (Topolini) e viceversa e che, per tradizione, parte solo dopo la chiusura delle scuole.
Appena atterrato ai Topolini, ecco l'impatto con i cento modi di "chiamare caffè" a Trieste: lui voleva un cappuccio in tazza, gli è arrivato il classico "Capo in B".... Poi eccolo alle prese con la nuova postazione di lavoro. Tutto intorno, un silenzio di attesa e di attenta osservazione da parte del pubblico presente. "E lei chi la xe? E che fine ga fato el mulo che iera prima, iera cussì coccolo.."
Il nuovo bagnino si presenta, proclamando, con orgoglio la sua origine abruzzese: " E cossà la xe vegnudo a far qua, no gavè el mar anche in Abruzzo.. Mi go un parente ad Ancona (??) e la ghe xe un mar proprio bel". Segue la spiegazione:"sono venuto sin qui per lavoro e per fare esperienza". Dopo questo breve interrogatorio, il nostro personaggio ha modo di guardarsi un po' in giro. Pur essendo ancora mattina presto, ogni angolo della terrazza è occupato: chi dai seguaci del TM (telo mare), chi dotato di apposita brandina (con o senza accessori). Sono due etnie completamente ed antropologicamente diverse e non use a scambi di ruolo: o stai da una parte o stai dall'altra. C'è un'unica caratteristica comune: l'età, a larga maggioranza, ultrasessantenni ed ultrabbronzati! Alcuni, prendendo un po' di coraggio ed anche per mettere il nuovo bagnino alla prova, chiedono il suo intervento:" la vegni quà. La vedi quel sior con un cagnolino a fianco. Prima el iera in mar, ma qui el cagnetto no pol far el bagno. La ga inteso? Cossà la intendi far?" Il bagnino si avvicina all'omaccione corpulento e, dopo alcuni approcci a vuoto, riesce ad ottenere che l'uomo se ne vada. Un'altra cliente dei Topolini prende coraggio:" cossa servi quella boa? So za'. Servi per il limite delle acque sicure. Bon. La vedi quella mula, quella ga nudà oltre. La ghe devi dir de non farlo più!" Il bagnino si avvicina alla mula che è una turista straniera ed in un inglese un po' faticoso pare riesca a farsi capire. Due su due: un buon inizio!. Ancora uno sguardo attorno. Davvero sembra di stare quasi in chiesa. I fedeli sono tutti ben attaccati alle rispettive postazioni, senza alcuna intenzione di lasciare il benché minimo spazio vuoto. Non solo. Esistono delle precise regole e delle precise turnazioni per cui, fino a quando non arriva quello delle tre del pomeriggio, quello della mattina non se ne va e così via sino a sera. Ogni ospite nuovo viene trattato da intruso, a meno che non venga accettato dalla tribù.
Tra le altre altre regole non scritte, ma che tutti i discepoli seguono vi è quella della doccia dopo il bagno in mare. Quindi, doppia fila: una per andare in acqua, l'altra per infilarsi sotto la doccia. In Abruzzo, pensa tra sé e sé il bagnino abruzzese, non è così. Dalle sue parti la doccia si fa una volta sola, andando via dalla spiaggia, anche perché le docce sono poche e a pagamento. Ecco che, ad una certo punto, il nostro piccolo-grande eroe, nota una cosa molto strana: all'alzarsi di una piccola brezza, ecco che molti degli astanti si recano assieme in mare, si immergono a mezzo busto e poi alzano le braccia portando qualcosa in mano. Di cosa si tratta? "Ndemo cior le piere perché tra un po' se alza el neverin". Ed in effetti, dopo un po', una violenta raffica di bora fa volare via tutto quello che non era stato ancorato per tempo: ma l'habitué dei Topolini l'aveva intuito immediatamente... " Sie, sete, nove, diese": il bagnino alza lo sguardo e vede un gruppetto di arzilli anziani che, sorseggiando uno spritz, dà letteralmente i voti alle mule in bikini che passano lì davanti. Non è il massimo dell'eleganza, ma in fondo non stanno facendo niente di male.
Vi è poi un altro rito in cui il popolo dei Topolini si cimenta ad intervalli regolari. L'ingresso in mare consentito o con gradoni di cemento o con scalette d'acciaio. Nel primo caso, preferito da quelli un po' più avanti negli anni, vi è un rischio aggiuntivo, ovvero il limo scivoloso portato dal mare. Ecco che, in attesa che qualche volonteroso provveda a rimuoverlo, l'utente abituale s'aggrappa ai sostegni, mentre quello "novello" rischia di farsi del male in una prodigiosa scivolata: ovviamente nessuno degli astanti s'era peritato di metterlo sull'avviso!. Inenarrabili le fatiche per entrare in acqua per il tramite delle scalette d'acciaio: ma chi è stata quella bella mente in Comune che ha pensato di installarle? Se l'è chiesto il bagnino e lo chiediamo anche noi a chi di dovere.
Ora, il ragazzo venuto dall'Abruzzo (e che è sempre puntuale sul luogo di lavoro!) è diventato uno della tribù e la consacrazione arriva con un "te sono proprio cocolo!!": esclamazione che gli viene rivolta in più occasioni e da più utenti nel corso della giornata. Il tempo però è marrano e la stagione estiva volge al termine. Prima di andar via (e di chiudere il sipario) un utente che non l'ha mai salutato, né gli ha mai rivolto una parola lo apostrofa:"questa xe per ti". Nella busta, in bella calligrafia, c'era una poesia piena di riconoscenza e di un sincero augurio per il futuro dell'abruzzese, che lo emoziona e lo fa sentire, a pieno titolo, parte integrante del popolo dei Topolini.
Grazie, Luigi Orsini, perché in poco più di un'ora hai condensato perfettamente caratteristiche e manie del triestino medio (utente compulsivo degli amati Topolini) e, soprattutto, ci hai donato un'ora di sincera e salutare allegria. Coi tempi che corrono non è cosa da poco.
Mauro Zinnanti
Parole chiave: Primo piano, Trieste