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Flex, assunzione di responsabilità

Una multinazionale economicamente in salute e proiettata alla crescita deve assumersi la responsabilità di intervenire a fronte di un momento di difficoltà di un suo sito produttivo, in special modo se si tratta di uno stabilimento definito dalla stessa azienda come strategico. Questo il concetto espresso dall'assessore regi...
 |  Francesco Tremul  |  Economia e finanza

Una multinazionale economicamente in salute e proiettata alla crescita deve assumersi la responsabilità di intervenire a fronte di un momento di difficoltà di un suo sito produttivo, in special modo se si tratta di uno stabilimento definito dalla stessa azienda come strategico.

Questo il concetto espresso dall'assessore regionale alle Attività produttive nel corso della riunione del tavolo convocato in videoconferenza dal Ministero dello Sviluppo economico con all'ordine del giorno la cassa integrazione per il 30% delle maestranze della Flex di Trieste, azienda che produce apparati per la trasmissione di dati ad alta velocità con un organico di circa 460 addetti diretti più 85 lavoratori somministrati.

Dopo aver ringraziato il MISE per la pronta disponibilità al confronto, l'esponente della Giunta ha ricordato come la Regione si sia assunta le proprie responsabilità, offrendo la massima disponibilità nel mettere in campo tutti gli strumenti per sostenere l'occupazione e l'attività produttiva.

Come ha rimarcato l'assessore, se alcuni rami d'azienda della Flex attraversano un momento di difficoltà i mancati ricavi non devono ricadere sulle spalle dei lavoratori.

Da parte sua l'assessore regionale al Lavoro, intervenendo nel corso dell'incontro, ha rinnovato la disponibilità da parte dell'Amministrazione a mettere in campo tutti gli strumenti di politica del lavoro che accompagnino un percorso condiviso fra azienda e organizzazioni sindacali, che parta dalla riaffermata centralità del sito giuliano.

Infine, la dirigenza della Flex, dopo aver evidenziato le criticità, quali la mancanza di materie prime, la crisi in Ucraina dovuta al conflitto (con la chiusura di uno stabilimento) e l'emergenza Covid a Shanghai, ha ribadito la primaria strategicità dello stabilimento triestino in un'ottica di buone prospettive per il lungo periodo.

Parole chiave: Trieste